venerdì 1 gennaio 2021

Buon anno...tra l'antico e il nuovo...

 Il passaggio da un anno all’altro spesso sa di passaggio dall’antico al nuovo, dal passato al futuro.

La mia mamma è incappata qualche giorno fa in un “dialogo teatrale” che avrò scritto almeno 25 anni fa (eh sì, il tempo passa e io amo tanto scrivere, almeno da quando…ho imparato a scrivere!!!)

È battuto a macchina.
Ricordo ancora il ticchettio di quella macchina da scrivere, mi piaceva tamburellarci sopra.
E mi sembra tanto attuale, il senso di quel dialogo...
Buon anno, che sia nuovo senza dimenticare l'antico!

venerdì 15 maggio 2020

"Felici di essere vivi"

"Quando si apriranno le 'gabbie', la prima cosa che farò è mettermi al sole. E abbraccerò gli amici. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi".
Così dicevi nella tua ultima intervista, Ezio.

Chiediamolo, ai nostri bambini, che cosa li rende felici.
Oggi che stiamo chiedendo loro sacrifici grandi chiediamoglielo.
E lasciamo loro dire anche ciò che oggi non si può fare
perché già riportarlo alla memoria protegge dal non avere speranza.
Nelle tue parole, Ezio Bosso, c'è tutta quella che noi psicologi amiamo chiamare "resilienza", uno di quei paroloni che però non sanno restituire la forza della vita che invece parole come le tue hanno saputo regalare.
Parole piene di desiderio, ed è proprio il desiderio che ci salva. E' solamente quando anche in isolamento, anche in situazioni critiche riusciamo a desiderare, a coltivare la passione, che possiamo salvarci.
Perché la passione è anche sofferenza: già l'etimologia ce lo dice. Senza scomodare i dizionari, ce lo dice la tua fisicità che oggi si è arresa ma ce lo dice ancora di più la tua anima, quella musicale soprattutto, che quella no, non si è arresa mai e non muore oggi.
E quanto deve farci riflettere che quell'anima abbiamo potuto apprezzarla soprattutto (purtroppo) una volta che la tua fisicità ha iniziato a cambiare perché è allora che hai potuto arrivare a tanti di noi, anche grazie a Carlo Conti che ti ha invitato a quel Festival di Sanremo del 2016.
E quella ribalta la affrontavi con quell'umiltà che è tipica dei grandi e la meritavi più di tanti che la calcano con presunzione.
Mi dispiace di non essere riuscita a sentirti dal vivo (ci avevo provato ma troppo tardi: biglietti esauriti).
Un modo per onorarti però ce l'ho: me lo insegna la tua caparbietà. Tu che da alcuni tempi non potevi suonare il pianoforte e imploravi che non te lo chiedessero perché andava onorato come si deve. Lo penso anch'io, e anche per questo a volte mi dico che non ho più tempo, perché suonarlo così come viene fa sentire inadeguati alla grandezza del linguaggio musicale.
Sì, un po' è vero ma la resilienza che ci insegni tu è quella di chi non rimanda, di chi succhia il gusto della vita oggi, al di là delle condizioni che ci sono offerte, al di là dei limiti e della libertà.
Allora suonerò, oggi e sempre.
Grazie, Ezio Bosso, per quanto hai saputo e saprai dirci, con la tua anima musicale.

venerdì 20 marzo 2020

Vola...

In giorni tempestati di dolore e morte pubblico quello che mi appare un tenero inno alla vita, attraverso gli spicchi di colore di un aquilone e l'entusiasmo dei bambini che contagia gli adulti...

Poi l'aquilone scompare ma resta un poco di vento e vola, insieme al dolore, la speranza...



Vola l'aquilone,
spinto dal vento,
vola la passione
se il cuore non è spento.

Vola ogni ora
per chi ha il camice bianco,
tra uno sguardo che implora
e un respiro ormai stanco.

Vola la speranza
con un arcobaleno,
riempie ogni stanza:
tornerà il sereno?

Vola un mio bacio,
vola un mio abbraccio,
toccarti non posso
ma ti penso commosso.

Vola il dolore,
pensando a chi muore,
vola il rumore,
rimane l'amore.

domenica 8 marzo 2020

Giornate strane...


Hanno chiuso le scuole, la testa rimbomba di parole
alcune parecchio nuove, le hanno prese non so dove!

Un virus che si chiama Corona ma non c’entra niente la Regina,
fa tanta paura anche ai grandi che ci riempiono di comandi.

Niente baci, niente abbracci, nemmeno la mano: che tempacci!
Lava le mani per 20 secondi, altrimenti il virus diffondi!

L’amore non è vietato ma con prudenza va coltivato:
un sorriso, una telefonata,  una lettera o una camminata.

Portiamo pazienza, facciamo i bravi, tornerà tutto come lo sognavi.
Non ci credi? Comincia presto, mettiamo il virus in arresto! 

lunedì 27 maggio 2019

Musicoterapia al nido

Ho da poco concluso un progetto di musicoterapia nel "Nido 44 gatti" di Fratta Terme di Bertinoro. E' stata un'esperienza breve ma intensa, piena di stimoli per me e (credo e spero!) per i bimbi che hanno partecipato.



Abbiamo esplorato i concetti e i contrasti di
- suono e silenzio 
- forte e piano 
- lento e veloce. 

Abbiamo scoperto:
- il "corpo che suona" 

- "la voce che canta", 

senza mai ambire all'estetica musicale, bensì sempre mirando all'espressività libera da giudizi e condizionamenti, così difficile da vivere oggi anche per i più piccoli.
Anche per questo il progetto non si è concluso con una rappresentazione, per evitare quella fatica dell'esibizione che a quest'età poco importa da un punto di vista pedagogico.
Abbiamo dato spazio ad alcune emozioni primarie, dalla gioia alla paura, alla tristezza, alla rabbia, alla sorpresa. Abbiamo sperimentato nacchere, tamburo, maracas, metallofono, bastone della pioggia...
Preziosa per la buona riuscita del progetto è stata l'autentica collaborazione con Noemi, la titolare, e tutte le educatrici.

Alle famiglie cosa rimane?
- Qualche mia parola di sintesi,
- qualche foto scattata dalle educatrici
- qualche nuovo strumento musicale
...ma spero che, più ancora di tutto questo, restino i sorrisi e i battiti di mani e piedi dei loro bimbi, sorrisi e battiti di un ritmo intimo e naturale, curioso e all'avventura, che porta in sé le emozioni di quest'esperienza breve ma intensa, da ricordare dentro il cuore.

martedì 19 marzo 2019

19 marzo, festa del papà o padre o babbo che dir si voglia.

La radice della parola "padre" viene da "custodire, proteggere, nutrire",
babbo viene da una delle prime forme di lallazione, ba-ba-ba...

A me di mio padre manca proprio questo:
l'essere figlia e l'appoggiarmi a una radice, 
al calore che sapeva emanare, soprattutto con le mani,
quando le mie erano gelide e bonariamente mi prendeva in giro.

E mi manca la voce che aveva quello stesso calore
delle mani, anche se talvolta un po' smorzata.

Sembrano trascorsi secoli da quando hai cambiato terra e cielo,
e il pensiero che mi fa più male è che i miei bimbi non possano avere un nonno.
Li avresti portati con te in bicicletta e a nuotare, avesti loro mostrato la tua parete degli attrezzi, con simpatia avresti guardato i loro disegni e quaderni e commosso li avresti accompagnati lungo i preziosi traguardi dell'infanzia.

Ora io non lo so se ci vedi davvero, mi piacerebbe ma confesso di non esserne così sicura. Però farò del mio meglio per portare lungo la mia vita ciò che mi hai insegnato, per sentirmi ancora un po' figlia e tanto ancorata a quella radice.

dal post pubblicato sulla pagina Facebook "Il cerchio delle mamme" 

domenica 23 dicembre 2018

Auguri in musica...

Sto sognando un bianco Natale, 
come quelli che ero solita conoscere, 
con le cime degli alberi scintillanti 
e i bambini che restano in attesa 
di udire il suono dei campanelli della slitta sulla neve. 

Sto sognando un bianco Natale, 
con ogni cartolina natalizia che io scrivo 
possano essere i tuoi giorni felici e brillanti 
e tutti i tuoi Natale bianchi...

E' la traduzione letterale di "White Christmas", 
una delle canzoni più semplici e toccanti del periodo natalizio.

L'ho scelta per augurarvi feste che riscoprano il valore delle piccole cose,
magari anche delle cartoline o dell'albero o del presepe,
o di un abbraccio o una stretta di mano o uno sguardo...

Ve la dedico con un video casalingo,
che viaggia attraverso luci e palline del nostro albero di famiglia...

Buon Natale, con la felicità semplice ma grande.