...E' da tempo che manco dal mio blog.
Ci ritorno per scrivere a te, caro papà, anche se non eri amante della visibilità, e dire che di avventure memorabili tante ne avresti potute raccontare, con il tuo mestiere speciale e il tuo carattere generoso.
Nel periodo delle feste è facile pensare a chi non c'è più:
tanta è la frenesia, tante le luci, tanto il clamore delle melodie
quanta la nostalgia, quanto il dolore, quanto il silenzio dell'assenza.
Eri la nostra roccia e vorrei che tu lo fossi ancora.
Non è attraverso l'accettazione della tua sofferenza che potrò farmi forza:
ti ho amato troppo per accettare che ti sia toccato sopportarla.
Potrò farmi forza sentendo che in qualche forma ci sei ancora,
che quando i miei bimbi attendono Babbo Natale tu veda la loro gioia,
che quando si brinda al nuovo anno tu da Lassù benedica il nostro futuro.
Perché non può finire tutto così,
perché la tua protezione mi avvolge ancora
come fossi ancora la tua bambina che ha bisogno di cure.
Scusami se ti ho scritto pubblicamente, caro papà.
Forse però non mi rimprovererai: mi hai sempre detto
che secondo te "avrei dovuto scrivere" e oggi scrivo di te
che sei ogni giorno fonte di ispirazione per me e la mia famiglia.
Caro papà, stammi vicino sempre.
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