Ho scelto il termine "passione" non a caso: l'etimologia del termine
ci riporta al greco "pathos": sofferenza, pena, travaglio,
commozione anche non dolorosa...Perché allattare può essere
un'esperienza enormemente gratificante (per molte)
ma anche estremamente faticosa (per alcune).
Penso che non esistano mamme di serie A e mamme di serie B,
tutte le mamme fanno il possibile per i propri cuccioli, in natura.
L'allattamento al seno è meravigliosamente benefico
per il bimbo e per la mamma ma, se non riesce
(per tanti motivi), non deve creare tensione o pregiudizio,
bensì adattamento ad altre possibili strategie o,
magari, a buoni compromessi (un po' di latte artificiale e un po' di latte naturale).
Detto questo, il mio bimbo ha 16 mesi e io ancora lo allatto.
Ho iniziato pensando di non arrivare tanto lontano
ma dopo i primi mesi è diventato tutto così naturale che ancora siamo qua!
Penso che tra poco smetterò ma lo pensavo anche qualche tempo fa
e ancora siamo qua...Quando si allatta al seno non è facile
capire quando smettere, a volte più per la mamma che per il bimbo.
Quando le pappe vengono mangiate con ingordigia
si inizia a pensare che il seno non è più strettamente necessario,
se non forse per qualche anticorpo in più (beh, non è roba da poco!).
Il seno diventa una coccola, un momento di tenerezza,
un'espressione di amore, un nutrimento amoroso...
Nella relazione mamma-figlio serve anche questo ma è importante
non andare oltre il limite, capire quando bisogna "staccarsi" e "staccare",
dare autonomia e fiducia alla propria creatura, creando nuovi momenti
di unione, di feeling, di scambio, anche e soprattutto insieme al babbo.
E' importante anche dare fiducia all'intuito di mamma e figlio,
rispetto a questa scelta: non aiuta il contesto di familiari e amici che,
se nei primi mesi ribadiva con orgoglio l'importanza dell'allattare,
ora dopo l'anno di vita chiede perché si allatti ancora un bimbo così grande!!!
Non sono gli altri a dover decidere quando smettere.
L'allattamento è così naturale fin dall'inizio
da dover rimanere naturale anche nella sua fine.
Che sia allora uno scioglimento lento, graduale,
un po' come il finale sfumato di una canzone,
che mantiene in sé tutta l'emozione delle note che l'hanno preceduto.
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