domenica 16 giugno 2013

Com'è possibile dimenticarsi il proprio bimbo al caldo in automobile...???

E' arrivata l'estate: tempo di mare, leggerezza, vanità.

Vorrei anch'io soltanto sorridere e parlare di tintarella
ma i giornali mi parlano di una "tragedia sotto il sole" che ha dell'incredibile.

Perché è incredibile che un buon padre di famiglia possa dimenticarsi
il proprio bimbo in automobile, senza lasciarlo all'asilo.
E ritrovarlo infuocato e senza vita.

E' incredibile ma succede...perché PUO' succedere
e non c'è nemmeno tanto da meravigliarsi.

E' il nostro cervello che può andare in tilt, dicono gli psicologi  come me.
E, aggiungo io, l'amore per i propri figli non evita il peggio.

Quell'uomo ha già la sua colpa, non serve accusarlo di omicidio colposo.

Quel padre, se riuscirà a sopravvivere a quel Dolore,
avrà per tutta la vita addosso quella immensa Colpa e un'incommensurabile Pena.
E quella madre non potrà non incolparlo, anche se si sforzerà di non farlo:
sarà quello il Tribunale più duro che esista al mondo, altro che pena di morte.

Perché? Mi chiedo.

Non vorrei banalizzare ma credo che al di là del cervello che vada in tilt
queste tragedie nascano dal fatto che viviamo troppo freneticamente.
Il cervello scoppia quando lo riempio di troppe informazioni,
troppe scadenze, troppe responsabilità, troppe amarezze,
troppe parole negative, troppi "se" e troppi "ma".

Se imparassimo a vivere più lentamente forse vivremmo ogni fase
della giornata con più consapevolezza, più sapore, più fame di ogni istante.

E poi basterebbe poco, per evitare tragedie come quella del padre di Piacenza.
Basterebbe che all'asilo si telefonasse a chi manca,
basterebbe non limitarsi ad una crocetta sui bimbi assenti,
basterebbe interessarsi agli altri non solo per il registro.

No, questa tragedia non è responsabilità della scuola
ma insegna come basterebbe solo
un po' di altruismo in più per poterla evitare.

E se da casa ci rispondessero che il bimbo ha la febbre avremmo fatto
solamente una telefonata in più, ci saremmo forse disturbati senza necessità.

Ma prima o poi capiterebbe la "telefonata che salva la vita",
e non sarebbe solo lo spot di un'antica e fortunata pubblicità.

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