Quando il bimbo fa i capricci...Mette a dura prova la nostra pazienza.
Prima di tutto però dobbiamo davvero capire se sta facendo i capricci
o, se invece, sta cercando di comunicarci bisogni importanti.
Il beneficio del dubbio lo merita anche il bimbo più birichino del pianeta,
anche se è facile per la mamma stanca correre subito a facili conclusioni.
Non è un capriccio se il bimbo scalpita o piange per:
- fame
- sete
- sonno
- paura
Tutte le altre situazioni, invece, possono essere inquadrate come capricci.
E' una semplificazione ma se riusciamo ad escludere che ci sia in ballo
uno dei bisogni più sopra elencati, allora non ci resta che ideare
la strategia migliore per evitare che il capriccio duri più del dovuto!
A mio parere tre sono i segreti fondamentali (anche se a volte non bastano!)
1) E' importantissimo che il nostro "NO" sia chiaro:
se diciamo "NO" con il sorriso o ridendo allora per il bimbo sarà come che diciamo "SI'"
Non dimentichiamo mai che, tra comunicazione verbale e comunicazione non verbale,
ha la meglio sempre la comunicazione non verbale, quindi se a parole neghiamo una cosa
ma con i nostri gesti, la nostra mimica, la nostra voce la permettiamo, stiamo pur certi
che il nostro bimbo interpreterà il nostro input come un "fai pure, in fondo è divertente".
Questo non vuol dire che dobbiamo urlare "no" (anche se a volte non se ne può proprio fare a meno!)
Semplicemente dobbiamo dire "no" con una voce più ferma del solito,
e una faccia coerente con il nostro comando.
2) Spiegare perché non si può fare qualcosa non serve
quasi a nulla, specie se il bimbo è ancora piccolo.
Un bimbo, specie se piccolo, quando è arrabbiato non è interessato alle nostre spiegazioni.
Gli interessa soltanto potere o non poter fare una cosa.
Anzi, se ci mettiamo ad argomentare il nostro rifiuto rischiamo di fare confusione,
e rendere meno chiaro il nostro "no". Finché non è più grandicello, quindi,
limitiamoci a dare comandi semplici, coerenti, ripetitivi.
Con un bimbo piccolo, potremo eventualmente spiegare il perché e per come
quando si è calmato, magari con l'aiuto di un bel librino sulla rabbia.
3) E' importante che tutti i protagonisti del contesto diano indicazioni simili, se non uguali.
E' vero che i nonni, giustamente, concedono qualcosa in più
e che i genitori, giustamente, concedono qualcosa in meno
ma è altrettanto vero che, sulle cose fondamentali, bisogna dare gli stessi comandi.
Accordiamoci quindi con i nonni e con tutte le altre figure
che trascorrono molto tempo con il bimbo
su quelli che sono i divieti fondamentali:
la contraddizione è da evitare il più possibile, per ciò che conta.
Per il resto, il bimbo imparerà prestissimo che cosa il nonno gli concede e la mamma no,
e questo è soltanto il "gioco delle parti", salutare ed educativo.
Per concludere non è affatto facile, il capriccio è qualcosa che infastidisce
e può far arrabbiare anche la mamma più tranquilla, ciò che conta è cercare
di accompagnare il bimbo nella sua crescita con fermezza,
e sentire che il "no" è tanto educativo quanto il "sì".
Solo così il bimbo saprà affrontare le sconfitte
e le delusioni, in futuro, con una buona corazza personale.
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