giovedì 29 giugno 2017

Già mi manca, la scuola d'infanzia...

Caro Giorgio, oggi è stato il tuo ultimo giorno di scuola d'infanzia.

Stamattina a colazione perdevi lo sguardo lontano e io già pensavo che fossi in preda alla malinconia almeno quanto me. Mi hai chiesto se 4+4 faceva 8 e io ti ho sorriso annuendo: pensavi alla matematica, non alla fine dell'asilo, e mi sono detta che forse un po' sei pronto, a varcare la soglia della scuola primaria, quelle che noi chiamavamo "elementari".

Spero che resti anche nei prossimi anni il tuo gusto della scoperta, dell'esplorazione, dell'apprendimento anche attraverso i sensi e le esperienze. La passione per la terra e per la natura, che le maestre hanno trasmesso a te e tu hai provato a trasmettere a me, nonostante le mie arcaiche resistenze. Hai avuto la fortuna di incontrare maestre competenti ed appassionate, attente senza essere invasive. L'ho avuta anch'io, questa fortuna: le tue maestre mi hanno aiutato a leggerti con quella leggerezza di calviniana memoria, leggerezza che è profondità amorevole.

E' stata dura, venirti a prendere per l'ultima volta dall'"asilo", oggi pomeriggio. Avevi le mani colme, degli ultimi disegni, della tua sacca, di un librino e di un mazzolino di lavanda con un biglietto che le maestre hanno scritto per voi bimbi e che ancora non hai voluto svelarmi. Ho trattenuto le lacrime e poco dopo tu mi hai detto: "Uffa, è finito l'asilo" e in auto poi: "Un po' sono triste" ma hai reagito in fretta e mi hai raccontato come sempre gli aneddoti e le birichinate dei tuoi compagni e il gelato di fine anno e i tiri e le parate a calcio nel giardino, e già ti era tornato il sorriso perché raccontare e ricordare distende la mente e il cuore.

Ti auguro di proseguire il tuo cammino serenamente, con curiosità e dedizione.
E a noi genitori auguro di saperti accompagnare un po' da vicino e un po' da lontano, senza pregiudizi, e con la capacità di accogliere le novità con quell'apertura che ci rende liberi e maturi.

Ti voglio bene, mio piccolo Giorgio.
Sì perché sei piccolo, anche se a volte ti dico che sei grande.

E lo zaino che compreremo per la scuola
sembrerà enorme quasi come i tuoi occhioni sgranati,
dolci e vivaci insieme.